LE VOCI

Foto di Germana Ruscio

Una voce. Voci che interferiscono. Voci che si sovrappongono e che tentano di sovrastarsi. Un corpo che si sdoppia, che si triplica per seguire queste voci piene e frenetiche. Nello stesso luogo voci e corpi si fanno spazio, si accavallano e si intersecano con la confusione che è propria di tante voci e tanti corpi.

_Descrizione progetto

Il pensiero è il flusso di coscienza che continuamente attraversa la mente di ciascuno. L’attività pensante si compone di pensieri/voci che si rincorrono, che nascono insieme o da soli, che si sovrappongono o che si incontrano e si scontrano inavvertitamente. Anche nello zazen c’è attività pensate, ma la pratica della meditazione intende giungere e permanere in uno stato di non attività di pensiero, quello stato mentale che riflette la raggiunta pace interiore. Esso esprime il senso profondo del “lasciar cadere”, senza accumulare pensieri, desideri, speranze, conoscenze, saggezza o santità. 

Lo zazen è una pratica che necessita di un’azione quotidiana sul corpo per influire sulla mente.

Le Voci rappresenta un incastro di tricotomie. Queste voci sono un tessuto sonoro e un tessuto coreografico tripartiti, frasi intrecciate di voci e di corpi, espressione sonora e visiva del flusso di coscienza prodotto dall’attività pensante della mente, destinato a cadere in un non-Tempo vuoto e illuminato. In uno stesso luogo voci e corpi si fanno spazio, si accavallano confusamente e si intersecano. Questo luogo non carnale è l’inquadratura di una videocamera, che restituisce l’immagine cinematografica.

Le Voci sono tre arti in dialogo: musica, coreografia e audiovisivo.

_Descrizione del lavoro di creazione

Il progetto Le Voci è il primo esito di un percorso laboratoriale atto a sperimentare la messa in relazione della creazione musicale e coreografica. Le tre frasi di movimento in cui si tripartisce il corpo e le tra frasi musicali in cui si tripartisce la voce, nascono dallo scambio fra le due arti poste in dialogo. In principio sono stati elaborati separatamente i materiali coreografici e musicali e in una fase successiva questi materiali sono stati messi a confronto e ulteriormente modificati di volta in volta a seconda delle esigenze del movimento e del percorso melodico. È da sottolineare quindi la parità di relazione fra il suono e il movimento, per cui la successione di suoni scelta si è costruita su suggestione del gesto coreografico e viceversa il gesto coreografico si è prodotto a partire da un’influenza sonora. Con il termine “voci” si intende fare riferimento indistintamente alle sequenze musicali ed alle frasi coreografiche. L’ultima fase di elaborazione del progetto ha riguardato la realizzazione filmica e la registrazione audio. Le tre linee di movimento e le tre linee melodiche sono state sovrapposte e intessute in questa rete di voci e corpi che coesistono e si “rincorrono”. Il prodotto audiovisivo ha consentito quindi di far convergere in uno stesso luogo, volutamente digitale, i materiali nati da questo incontro fra suono e movimento. 

Musica

Il materiale musicale è nato in origine da una pratica improvvisata. A partire da una prima frase melodica sono state fatte scaturire tutte le altre. La registrazione è stato lo strumento principale di sperimentazione, perché ha permesso alla voce, fin dall’inizio del lavoro, di dialogare con se stessa e di inventare scontri e incontri. In questo senso sono stati quindi fondamentali anche i programmi di audio editing e le rappresentazioni grafiche delle linee cantate proposte da questi supporti. La struttura del materiale musicale intende ripercorrere una maniera compositiva contrappuntistica per cui le tre linee melodiche procedono di pari passo sulla linea orizzontale del tempo. In questo senso è stata esclusa una progettualità armonica nella sovrapposizione delle linee melodiche e gli incontri o scontri sono stati decisi ed elaborati su una base puramente intuitiva. Le singole linee melodiche, come nel canto popolare, sono caratterizzate da uno scheletro di base semplice riccamente animato dalle inflessioni prodotte dalla voce. 

Danza

Il materiale coreografico, in parte già esistente ed in parte elaborato per questa specifica occasione, ha inizialmente trovato nella struttura musicale la sua linea guida. Quanto già esisteva, utilizzato per la costruzione della prima voce (considerabile lo “scheletro” della composizione sia coreografica che musicale), si è adattato, modificato ed arricchito in virtù di quanto suggerito dalla melodia. Nel corso del lavoro si è delineata l’idea di una voce principale, la prima appunto, che subisse l’interferenza delle altre due (questo ha poi portato alla scelta della resa filmica). La seconda e la terza frase coreografica sono state elaborate in maniera più immediata, in gran parte in occasione del lavoro con la compositrice, allo scopo di aderire al tessuto musicale. Per la terza voce, in particolare, si è scelto un assetto più statico, suggerito dalla ritmicità martellante della parte sonora. L’intenzione era quella di arrivare ad una perfetta aderenza con il dettato musicale. Il movimento come scrittura, nello spazio, delle inflessioni e delle modulazioni della voce. In fase di costruzione, però, anche le strutture musicali si sono modificate per rispondere a determinate esigenze coreografiche. Si è dunque creata una perfetta coesione e sinergia tra musica e danza, entrambe duttili e pronte al reciproco ascolto. Per la seconda e terza voce, inoltre, sono stati realizzati alcuni adattamenti della struttura coreografica, in base agli spazi della location scelta.

Audiovisivo

L’aspetto audiovisivo del progetto è stato curato in tre fasi distinte: la prima fase, preparatoria, si è concentrata sullo studio della location ideale per il conseguimento dell’idea di tre corpi nello stesso frame. In questo contesto sono state prodotte delle prove audiovisive, necessarie allo sviluppo del prodotto finale. Lo studio e la scelta della location ha avuto come punti cardine la necessità di uno spazio sufficientemente ampio per accogliere le tre distinte coreografie, che non fosse particolarmente soggetto a variazioni di luce e di atmosfera circostante, che fosse contemporaneamente aperto e ricordasse il contatto con la natura, restando tuttavia esteticamente godibile. La seconda fase è stata quella della messa in pratica delle riprese, avvenute con l’ausilio di una lente grandangolare per dare maggiore respiro al fotogramma. Le tre sezioni coreografiche sono state registrate singolarmente, utilizzando come riferimento musicale le rispettive voci, cantante al momento stesso della registrazione, per garantire una maggiore aderenza del movimento al suono. Originariamente si è registrato anche il paesaggio sonoro della location, che però non è poi stato inserito nel prodotto finale. Si è scelto infatti, in un secondo momento, di impiegare esclusivamente la registrazione delle voci precedentemente effettuata, priva dei riferimenti sonori dell’ambiente. In questo modo si è creata una “bolla” acustica, quasi asettica, in contrasto con la concretezza dei corpi in movimento, che renda l’idea di pensieri che si accavallano nella mente di un individuo, sordi ai rumori esterni. La terza e ultima fase, la più tortuosa, si è concentrata sul montaggio del prodotto audiovisivo così come viene visualizzato dallo spettatore, ottenuto tramite la tecnica di montaggio effetto clone.Il fotogramma, che si presenta come unico e compatto, è in realtà un mosaico di frammenti video amalgamati uniformemente, raccolti da un totale di circa venti differenti clip. In ultima battuta è stata applicata una color correction dalla tinta terra di Siena, per enfatizzare l’aspetto carnale e concreto del movimento dei corpi e i colori dell’ambiente circostante.

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